Decima di campionato: al Napoli di Reja la patata bollente di misurarsi all’Artemio Franchi con la Fiorentina dalla fedina immacolata. Solo risultati positivi per i viola da inizio stagione nonostante gli impegni su vari fronti. Merito di un Prandelli incontentabile e di un turn-over collaudato. Ben cinque i giocatori che cambiano rispetto alla Fiorentina mandata in campo contro il Genoa dell’offensivista Gasperini.
Il Napoli “incerottato” deve fare a meno di quel mastino di Blasi e dello “scagionato” Zalayeta.
Reja cerca di mantenere inalterata la fisionomia della squadra inserendo il “pampa” Sosa al posto del “panterone” ex-Juve ma fa discutere in quest’ottica l’inserimento di Bogliacino per Blasi. Più simile quest’ultimo per caratteristiche a Dalla Bona o a Montervino,che però non sembra un’ alternativa affidabile in massima serie.
Fonte di dubbio é inoltre la scelta di tenere lo stagionato Sosa in campo sin dal primo minuto in una gara che poteva essere da sprone al bomber siculo ed eroe della promozione in “A” Emanuele Calaiò la cui vivacità e capacità di attaccare gli spazi poteva fare male alla Fiorentina in casa.
La gara é comunque godibillissima.
I viola a parte una conclusione di Vieri sulla quale si accartoccia con sicurezza Iezzo e uno stacco aereo sempre di Bobone non spaventa il Napoli che affronta il temibile avversario a viso aperto e col piglio di chi vuole uscire il meglio possibile da un Ottobre di fuoco, calendario alla mano.
A mettere i toscani in apprensione ci pensa “el pocho” Lavezzi, che innesta il turbo e, dopo una galoppata iniziata presso la linea di mediana, serve dal fondo al Pampa, al vertice destro dell’area piccola, un pallone d’oro. Sosa non dovrebbe fare altro che calciare a botta sicura magari col piattone ma opta per un improbabile stop di sinistro (la palla viene infatti da sinistra) e vanifica.
Altra occasione per l’argentino, fedelissimo del diggì Marino, nella seconda frazione di gara, che si vede piovere addosso la palla del possibile vantaggio svirgolata malamente di testa da Dainelli e da pochi passi sfodera un improponibile sinistro. Frey di piede neutralizza facendo un figurone.
Ma sbagliare ripetutamente contro la Fiorentina può essere letale ed ecco che su assist di Mutu che fa impazzire il povero Cupi, Bobo Vieri trova il colpo che
chiuderà il match.
Dormita colossale di Garics nella sua zona di pertinenza, che non va nemmeno a raddoppiare su Mutu, con Cupi non esente da colpe. Dopo pochi minuti c’é ancora spazio per i padroni di casa e per Mutu che a coronamento di uno splendido triangolo con Vieri supera Iezzo e clamorosamente non trova la rete a porta sguarnita con Cupi ultimo ad arrendersi.
Ultimo episodio della partita: su cross di Garics, Sosa si fa perdonare e col suo pezzo forte, lo stacco aereo, uccella il francese Frey. Gava, però, fischietto di Conegliano, che aveva sempre portato fortuna al Napoli, non ha dubbi nell’annullare la rete per trattenuta ai danni di Dainelli.
La Fiorentina si limita a gestire il vantaggio e nei quattro minuti di recupero concessi cerca il fallo sistematico fino al triplice fischio che significa per la Fiorentina l’aver inanellato il tredicesimo risultato utile consecutivo tra campionato e coppa.
I ragazzi di Prandelli vincono non senza merito ma in casa Napoli il morale é basso, nonostante l’ottima prestazione di tutti e superlativa di qualcuno (vedi Gargano) che ha sottolineato la solidità del collettivo privato anche di due Big.
Si incomincia, infatti, a temere che le decisioni arbitrali possano essere inficiate dagli strascichi del polverone mediatico alzatosi al San Paolo in occasione dei due rigori accordati al Napoli (la rete di Sosa sembrava regolare con l’argentino che staccava nettamente prima di Dainelli dandogli almeno trenta centimetri). Per Marino invece non ci sono dubbi e al Corriere sibila un “paghiamo il caso Juve“.