Finalmente dopo due stagioni disastrose passate nelle file del Chelsea Andriy Shevchenko ritorna al Milan, il suo adorato Milan, quello che lo ha consacrato nel calcio mondiale, quel Milan per cui lui ha dato tanto e per cui adesso vuole continuare a dare da dove aveva lasciato.
E’ stata una trattativa contraddittoria, una trattativa in cui si è stati più attenti a rispettare la parabola del figliol prodigo, che ad ascoltare i messaggi lanciati da Ancelotti e dalla metà dei tifosi milanisti. Poche ore prima dell’ufficialità dell’affare il mister rossonero aveva affermato che non c’era mai stata la concreta possibilità che l’ucraino potesse tornare a Milano.
E invece tre ore dopo le sue dichiarazioni evaporavano nel vuoto, smentite dai giornali di mezzo mondo. Non se lo aspettava Carletto e forse ne avrebbe fatto a meno. Come ha detto Galliani Shevchenko rappresenta per il Milan il giocatore che negli ultimi 50 anni ha segnato più gol di tutti. E i numeri non gli danno torto. L’ucraino vanta sette stagioni in rossonero 173 gol in 296 presenze, uno scudetto, una Champions League, una Supercoppa europea e una italiana e una Coppa Italia.
Ancelotti forse avrebbe preferito un difensore , un giovane difensore che magari sarebbe stato più utile all’interno della squadra. Un calciatore con cui, insomma, si potesse ricostruire una rosa, già stagionata, da un età media che oltrepassa i 30 anni.
In realtà in questa situazione tutti dovrebbero essere contenti. Il Milan che si trova con un giocatore in più e un’operazione quasi a costo zero; i londinesi che sfoltiscono la rosa e eliminano una possibile grana interna allo spogliatoio; il giocatore che dopo due anni di part time può provare a chiudere a testa alta una brillante carriera.
Ma potrà Shevchenko trovare spazio in un reparto in cui ci sono già Ronaldinho, Kakà, Pato, Inzaghi e Borriello? Potrà un giocatore di quasi 32 anni già in fase discendente reintegrarsi e esser importane all’interno di una rosa alquanto “vecchia”? Altrimenti non si capirebbe il senso di questa operazione, se non per la variante economica (formula del prestito gratuito per un anno con diritto di riscatto).
Così ci si affida al passato del giocatore ucraino, perché proprio il Milan non è nuovo a concedere nuove chance a giocatori dai gloriosi trascorsi (Rivaldo, Ronaldo) che hanno però steccato tra i rossoneri. Mentre dunque si aspetta Ronaldinho, lassù tra i dirigenti c’e chi pensa alla voglia di rivalsa di Shevchenko.
E comunque non dimentichiamoci del diciottenne Paloschi !!