Domenica 15 febbraio, alle ore 20,30, è andata in scena una delle partite più belle che il campionato ci abbia mai offerto.
Indipendentemente dal risultato, abbiamo assistito a una sfida memorabile, durante la quale ogni protagonista non ha lesinato quelli che sono i suoi colpi caratteristici: la velocità di Pato, le sgroppate di Maicon e i suoi cross tesi, la classe infinita di Ronaldinho e il suo assist no-look per Inzaghi, la potenza del ritrovato Adriano, l’ultima, rassicurante presenza di capitan Maldini e la sfacciataggine disarmante di un giovane, Davide Santon, che si appresta a rivivere le gesta dell’icona rossonera indossando la maglia dei rivali di sempre.
Abbiamo potuto godere del gioco arioso e divertente del Milan e delle ripartenze (i vecchi contropiede) della banda di Mourinho, al brio un po’ disattento degli uomini di Ancelotti, della compattezza dei vari Samuel, Chivu, Cambiasso e Stankovic, dei riflessi di Abbiati, dei prodigiosi recuperi di Ambrosini e della strabiliante lucidità di Julio Cesar che, seppur poco chiamato in causa, sa risultare sempre decisivo.
Sono stati novantacinque minuti di puro divertimento, di stampo nerazzurro fino al due a zero, quando Adriano ha evitato di infierire sulla traballante difesa rossonera fallendo due limpide occasioni da gol che avrebbero di fatto chiuso anzitempo la partita e, successivamente, di marca prevalentemente rossonera, dopo che il gol di Pato (stupenda l’azione che ha portato alla realizzazione del giovane fuoriclasse del Milan) ha provveduto a rinverdire le ormai sopite velleità di rimonta del Diavolo.
Ovviamente questo non può essere sufficiente a renderci orgogliosi di ciò che la serie A è tornata ad offrirci; in questo siamo maestri, ci trasformiamo in perfetti guastafeste arrovellandoci in cervellotiche discussioni su volontarietà di colpi di mano avvenuti ad occhi chiusi o su presunti eccessi di tutela su giocatori che andavano espulsi e che invece non lo sono stati.
Si dice che il campionato italiano abbia smesso di essere il più bello del mondo, ma vista la qualità del derby della Madonnina, non riesco a trovare competizioni in Europa e oltreoceano, che siano in grado di fornire agli spettatori spettacoli di questo livello.
Allora, forse, non è del tutto illegittima la domanda: “Non è che il nostro calcio, lo roviniamo noi??”.