Doveva essere la partita del riscatto, Juventus – Catania; si è invece trasformata nel punto più basso della gestione Ferrara e – probabilmente – dal ritorno della squadra in Serie A.
Si, perché la Juventus aveva già perso in casa in questa stagione (2-3 dal Napoli) ed inoltre veniva da due sconfitte consecutive tra campionato e coppa (Bayern e Bari). Era dunque questa l’occasione per poter continuare la rincorsa all’Inter; compito arduo ma non impossibile se si considera che mancano ancora 21 giornate (e quindi 63 punti) alla fine del campionato.
Dopo l’1-2 odierno, tuttavia, anche il tifoso più ottimista può dirsi sfiduciato, sia dalla carenza di gioco, sia di risultati, da parte di una squadra la cui dirigenza – in estate – ha speso più di 50 milioni di euro sul mercato. Soldi spesi per due giocatori (Diego e Melo) che avrebbero dovuto cambiare radicalmente il volto della squadra e che invece risultano essere – finora – solamente due grossi problemi per Ciro Ferrara.
LA CRONACA
La Juventus affronta il Catania in un clima siberiano, dovuto ad una settimana di intense nevicate che hanno ricoperto il capoluogo piemontese.
Ferrara deve fare i soliti conti con l’infermeria – indisponibili Buffon, Chiellini, Sissoko e Iaquinta infortunati, oltre a Poulsen squalificato – e si affida al solito rombo di centrocampo con Melo vertice basso, Diego trequartista, il rispolverato Tiago centro-sinistra e Marchisio centro-destra. In attacco Amauri vince la concorrenza con Del Piero ed affianca Trezeguet. In difesa scelte obbligate con la coppia centrale formata da Cannavaro e Legrottaglie, affiancati ai lati da Caceres sulla destra e Grosso sulla sinistra.
Il Catania di contro risponde con una formazione compatta e ben messa in campo da Mihajlovic, e si affida ai guizzi di Morimoto e Martinez per provare a strappare 3 punti fondamentali in chiave salvezza.
La partita stenta a decollare, la Juventus propone poco o niente, il Catania pensa più a difendersi che a pungere.
La prima potenziale occasione è da segnalare al 16’ quando Morimoto, solo davanti a Manninger, si fa recuperare da un prodigioso intervento di Legrottaglie.
La partita svolta 6 minuti dopo quando, da un calcio di punizione laterale battuto da Llama, Tiago trattiene evidentemente Spolli. Il signor Pierpaoli non può far altro che indicare il dischetto; dallo stesso si presenta Martinez che spiazza Mannnger e sigla il vantaggio catanese.
Da lì parte la contestazione dei tifosi juventini, stanchi – a loro detta – di vedere una squadra senza carattere e senza personalità. A pagare per tutti è Felipe Melo, in totale difficoltà e beccato a ripetizione dagli ultras, sostiuito da Salihamidzic – uno dei migliori al fischio finale.
Il primo tempo si conclude tra i fischi dei tifosi juventini presenti sugli spalti e con il punteggio di 0-1, ma soprattutto senza che la Juventus abbia mai impensierito Andujar.
Si riprende senza cambi con gli stessi ventidue che hanno iniziato la partita. Al 52’ si vede Diego, fino a quel punto la fotocopia del campione ammirato con il Werder, che calcia alto un bel pallone messo in mezzo dal buon Caceres.
Si sveglia anche Amauri, che prova a rendersi pericoloso per due volte; la prima volta va a lato, la seconda – servito da un assist di Trezeguet – centra la porta con Andujar che però respinge. Segnali se non altro positivi quelli dei primi minuti del secondo tempo, coronati al 66’ dal pareggio di Salihamidzic – servito, stavolta sì, da un gioiellino di Diego.
La squadra ci crede, Ferrara vuole vincere ed inserisce Giovinco per un deludente Tiago oltre che Del Piero per un imballato Amauri. Senonchè il tecnico della Juve non ha fatto i conti con Izco che, a 2’ dalla fine, chiude il contropiede siciliano condotto da Plasmati e sigla il definitivo 1-2. Vittoria fondamentale per il Catania, che bissa l’unico precedente favorevole ai siciliani, risalente alla stagione 62/63 (0-1 gol di Milan).
CONTESTAZIONE ALLA SQUADRA
Notte buia per la Juventus, che non perdeva due partite di fila in campionato dalla stagione scorsa (Udinese 2-1 Juventus, Juventus 2-3 Cagliari) e si ritrova ora a -6 dall’Inter ma con una partita in più.
Probabilmente è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed i tifosi hanno pensato bene di non nascondere il loro pensiero; con i cori e gli striscioni prima e durante la partita e bloccando il pullman della squadra dopo.
Una situazione difficile, difficilissima che costringerà la dirigenza a riflettere sugli acquisti estivi e sulla scelta del tecnico stesso.
Ferrara a cui è stata confermata la fiducia e che dunque mangerà il classico panettone. Difficilmente però se lo gusterà: alla ripresa del campionato farà visita al Parma, rivelazione del campionato con 28 punti. Una sconfitta vorrebbe dire cedere proprio agli emiliani il terzo posto; alla vigilia della prima giornata non lo avrebbe immaginato nessuno, nemmeno il più pessimista dei tifosi.