Ormai ci siamo, manca davvero poco; le ultime schermaglie, gli ultimi proclami, le ultime dosi di “veleno”, poi avremo una risposta definitiva.
L’acceso duello sportivo che sta caratterizzando la stagione 2011-2012 del Campionato Italiano di Serie A, tra Milan e Juventus è ormai alle battute finali.
E pensare che le due gloriose compagini , fino a poco tempo fa , godevano di attestati di stima reciproci di “favori” sul mercato e di collaborazioni istituzionali. Il tutto sembra ormai un lontano ricordo, per via di una competizione giunta ormai all’esasperazione sportiva; figlia del “risveglio” della Vecchia Signora, ritornata agli antichi fasti pre-Calciopoli.
Dall’altra sponda, il Diavolo non accetta l’idea di dover mettere in discussione il suo primato di prima potenza italiana, che da due anni a questa parte, giustamente custodisce .
Ma Milan-Juventus non è solo una “guerra” sportiva”, ma soprattutto una guerra nervosa, figlia dei “caratteri forti” dei loro condottieri, che non perdono occasione di lanciarsi “frecciatine” e di buttarsi veleno addosso, soprattutto quando ci sono gli errori arbitrari al centro del contesto.
Massimiliano Allegri da Livorno, pacato e tranquillo all’apparenza, nasconde un’indole da guerriero; dote che li ha permesso di vincere al primo anno alla guida di una grande squadra, il titolo italiano con i Rossoneri.
Antonio Conte da Lecce invece, la maschera da guerriero ce l’ha scolpita sul volto; a differenza del suo “avversario”, l’adrenalina non riesce a bloccarla e a volte lo porta ad atteggiamenti “fuori dalle righe” , figli dell’impulsività.
Come tecnico, però Antonio ha dimostrato di non sbagliare nulla o quasi: 2 promozioni dalla serie B alla serie A e se si fa eccezione per la sfortunata esperienza di Bergamo, nel suo prima anno di A, il suo curriculuum è da predestinato. Il tutto condito dall’esser riuscito a ridare alla Vecchia Signora quel Dna vincente che lui stesso aveva potuto sentire sulla sua pelle, da calciatore, nel periodo glorioso della Juventus vincente di Lippi.
I due “comandanti” si sono affrontati ,non senza veleno per tutto l’arco del campionato, trovando il momento della massima “tensione sportiva”, la notte del 26 Febbraio 2012, nella cosidetta “sfida tricolore”. Dopo aver battuto i Rossoneri nella gara di andata, gli uomini di Mister Conte hanno cercato di ripetersi al ritorno, cercando di dare lo strappo decisivo al titolo. Ma i rossoneri hanno mostrato un perfetto approccio al match, passando in vantaggio con Nocerino e raddoppiando pochi minuti dopo con Muntari, gol visto da tutto lo stadio, tranne che della terna arbitrale. Dalla sua la Juventus al secondo tempo lamenta un errato sbandieramento per un gol regolare siglato da Matri, che pochi minuti dopo riesce a segnare il gol del definitivo pareggio. La tensione però non si affievolisce al triplice fischio, dove seguono scontri dialettici pesanti, che riprendono quelli avuti in precedenza nell’intervallo.
Il polverone dell’episodio è continuato a volare nelle settimane seguenti e continua ad essere rialzato tuttora, con l’allenatore rossonero che lo giudica “decisivo” per il tricolore. Gli episodi arbitrali che riguardano direttamente e indirettamente le 2 squadre continuano ad inondare il nostro campionato, facendolo diventare il “Campionato delle polemiche“, più che quello di due grosse “corazzate”, capaci di staccare il resto del gruppone con un intervallo di punti evidente.
Al giorno d’oggi mancano 8 battaglie di questa lunga “guerra”, che ci ha accompagnato ed appassionato per tutto questo importante anno, precedente ai Campionati europei.
Il MIlan è ancora in testa, ma ha solo 2 punti di vantaggio sulla Vecchia Signora, che può permettersi di vincere il Campionato giungendo a pari punti con i rivali, dato il vantaggio sugli scontri diretti.
I rossoneri sentono il fiato sul collo degli avversari e dopo l’eliminazione dalla Champions, Ibra e compagni temono di poter rimanere a mani vuote alla fine dell’anno. La Juve invece gode, di una maggiore freschezza atletica e di una finale di Coppa Italia già raggiunta come obiettivo minimo.
Il calendario sembra dalla parte dei Rossoneri che però hanno come penultima giornata di Campionato lo scontro con gli “acerrimi” cugini nerazzurri.
8 battaglie, 720 minuti circa, un mese di speranze, convinzioni, sogni……..e nervi tesi; dato che sono proprio questi che hanno caratterizzato e caratterizzerano il nostro “Campionato delle polemiche”.