C’era una volta negli ormai lontani anni ’80 e ’90 il campionato più appassionante e più bello del mondo, composto da grandi squadre e grandi giocatori.
Calciatori che hanno fatto la storia di questo sport: D.A.Maradona, Zico, V. Basten, Platini e chi ne ha più ne metta, squadre come Milan, Juventus, Napoli che dominavano non solo in Italia ma anche in Europa vincendo Coppe dei Campioni e coppa Uefa. Insomma, disputando tali competizioni sempre da protagonisti.
Poi con l’inizio degli anni 2000 il calcio nostrano è andato sempre di più a calare dal punto di vista mediatico, tattico e qualitativo rispetto agli altri campionati stranieri.
Ma perché si è avuto questo calo qualitativo della nostra serie A?
Le risposte possono essere molteplici ma uno dei fattori che ha provocato questo “la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stato il processo “calciopoli” che ha sconvolto l’intero ambiente calcistico nonostante questo la nazionale italiana sia riuscita ad alzare la coppa del mondo dopo 24 anni.
Il post calciopoli è stato devastante per le squadre italiane, tanto che la Juventus verrà retrocessa in serie B e squadre di rango come Milan, Fiorentina, ecc. si ritrovano ad iniziare un campionato in puro anonimato con molti punti di penalizzazione. La juventus inoltre dovrà vendere parte della sua rosa: Cannavaro (Real Madrid), Zambrotta (Barcellona), Z.Ibrahimovic (Inter); rimarranno solo alcuni fedelissimi.
Ma possiamo prendercela solo con calciopoli? I fattori che hanno provocato la crisi del calcio italiano sono stati tutto un susseguirsi e mentre noi stavamo a pensare a come risolverli, nelle altre nazioni le squadre cominciavano a rafforzarsi sempre di più e tutto ciò non faceva altro che beneficiare i loro campionati.
Circolava più denaro di conseguenza ne beneficiavano le società costruendo stadi privati di bellezza assoluta ma non solo in questi Paesi alla base di tutto vi era e lo è tuttora una grandissima civiltà e un grande amore verso questo sport.
E noi italiani dove siamo rimasti? Pensate che nel nostro campionato la maggior parte delle società gioca ancora in stadi con piste di atletica che si portavano negli anni ’80 e tutti di proprietà comunale tranne la Juventus, l’unica squadra che gioca in uno stadio tutto suo (Juventus Stadium).
I tifosi inoltre non fanno altro che aggravare la situazione. Infatti la nostra serie A è teatro di molte manifestazioni di razzismo ma sopratutto di guerriglie che avvengono tra le tifoserie antagoniste tanto che i nostri ultras nelle varie testate giornalistiche straniere vengono denominati “i nuovi hooligans“.
Possiamo colpevolizzare in parte anche le varie autorità politiche? Nella politica italiana vige il principio del menefreghismo e la situazione non è stata presa subito di petto come si suol dire tanto che da molti anni tali eventi stanno degenerando, sono state varate una serie di norme per contrastare il problema ma tutto ciò non ha portato a nulla in quanto la rigidità del nostro paese è solo una teoria non una prassi.
Tale prassi invece la conoscono bene gli inglesi che con varie norme sono riusciti ad arginare il fenomeno hooligans tanto che negli stadi inglese come si può ben vedere vi è una civiltà fuori dalle righe.
Quando ci sarà una svolta? Continuando di questo passo e su questa strada non si fa altro che peggiorare sempre di più. Serve un cambio di rotta. Da quali punti bisogna ripartire?