Messi, Jordi Alba, Neymar, Iniesta, Rakitic…gol! 3° minuto di Juventus-Barcellona e il sogno è già svanito? Una perfetta geometria calcistica, sempre un secondo avanti gli dei del calcio, sempre un secondo indietro i bianconeri. I piedi dei giocatori del Barça sono i puntini. Le traiettorie del pallone le linee. Facile come unire i puntini con le linee. Tic, toc, tac…. Gol.
Ecco la figura che prende forma, la forma regale della semplicità , come tirare una riga per congiungere due punti. Ma anche la forma della paura. Il prologo della disfatta? Juve impaurita e in balia del palleggio blaugrana…ma Gigi Buffon, un numero 1, tiene a galla la barca con due interventi strepitosi.
Comincia il secondo tempo e sembra che si ripeta lo stesso film. Poi la Juve comincia a tessere trame di gioco conosciute, limpide e allora sembra che qualcosa stia cambiando. Comincia a ribattere colpo su colpo e allora sembra quasi che possa far male al Barça. Ci prova ancora Suarez e ancora Buffon e dirgli di no. Ma ci provano anche Tevez, Morata e Pogba.
La Juve cerca di recuperare palla sulla trequarti avversaria e ci riesce più di una volta. Manca l’ultimo passaggio, la rifinitura perfetta, quella del gol. Quella che Claudio Marchisio, tuttocampista che a 7 anni già vestiva bianconero sognando questa partita, si inventa di tacco per Lichtsteiner. Stavolta lo svizzero non sbaglia il cross, all’indietro. Tevez non sbaglia lo smarcamento da Piquet. Morata non sbaglia il tap-in. E’ uno a uno. E’ il pugno di Rocky sulla faccia di Ivan Drago.
Anche il Barça sanguina. Anche il Barça ha paura. Ora sa che può perdere. La partita diventa un match aperto. Juventus e Barcellona sono come due pugili che cercano di sferrarsi il colpo del ko, consapevoli di rischiare la morte per conquistare la vita.
Rigore su Pogba! Il popolo juventino ci crede, l’arbitro no! Poi parte Messi nell’unica scorribanda che la Juve gli permette. Uccella Barzagli con una finta e fa esplodere il suo sinistro. Ma non fa male. Fa male il tap-in di Suarez, che anticipa lumacone Evra. Qui si chiude il sogno della vecchia signora. Ora la Champions è un obiettivo concreto.