La Roma continua la striscia di risultati positivi al Meazza: una partita sicuramente non spettacolare quella della squadra giallorossa, ma ciò che contava stasera era colmare l’enorme gap con l’Inter almeno sul campo, almeno per una sera, e l’impresa è riuscita.
“Impresa” è il termine adatto vista la formazione che il tecnico romano è costretto a schierare in campo: senza Doni in porta, in difesa manca Juan al suo posto il giovane Andreolli, e in attacco ci si affida alla coppia Vucinic-Menez.
Ma i problemi di formazione continuano anche durante la partita: al 33’ De Rossi è costretto ad uscire dopo uno scontro con Vieira, per il capitano giallorosso si tratta di una frattura dello zigomo. Mexes dal 20’ del primo tempo fino all’intervallo gioca zoppicando. A metà del secondo tempo la Roma perde anche Vucinic, e al suo posto Ranieri preferisce Okaka a Baptista. Pizarro si attarda ad entrare in campo, all’inizio dei secondi 45 minuti di gioco, per problemi alla schiena.
Insomma la squadra giallorossa gioca, quando può piena di fasciature, cerotti e infiltrazioni, quando invece è costretta alla sostituzione, i cambi non sono sempre di primo ordine: Faty che subentra a De Rossi fa fatica ad entrare in partita in un ruolo, esterno di centrocampo, che non è il suo. E allora ecco che si comprende perché questo pareggio possa avere il sapore di una vera e propria impresa.
La Roma scende in campo con tanta grinta e determinazione e si capisce dal fatto che dopo soli 2 minuti, Vucinic è a tu per tu con Julio Cesar. L’attaccante montenegrino temporeggia e si fa recuperare da Lucio che salva così la difficile situazione dei nerazzurri. Ma a Vucinic evidentemente non piace segnare goal semplici: con un bellissimo colpo di testa nato da un cross dalla trequarti di Motta, si fa perdonare l’erroraccio precedente, prende il tempo a Lucio, Julio Cesar è battuto e la Roma passa in vantaggio al 13’.
L’Inter risponde con Milito che va via a Motta e tira in porta, ma Julio Sergio si supera e para.
I nerazzurri prendono in mano la partita, tanto possesso palla ma poche le azioni veramente pericolose. La squadra giallorossa si difende, a volte in modo confusionario, altre volte invece riesce ad impostare anche delle buone azioni in contropiede.
Questo è lo schema di gioco del primo tempo, che finisce, dopo 3 minuti di recupero, con la Roma ancora in vantaggio.
Mourinho durante l’intervallo studia un modo per bucare la difesa giallorossa: Sneijder per Muntari e Balotelli per Vieira, tre punte davanti al trequartista olandese. La squadra nerazzurra, a trazione anteriore, trova così il goal del pareggio dopo soli 3 minuti, con un preciso sinistro di Eto’o, servito bene da Thiago Motta. La difesa giallorossa è sicuramente colpevole in questa occasione: molta confusione in area e Andreolli rinvia direttamente sui piedi di Thiago Motta che è libero di servire il camerunese.
Eppure la partita non cambia: l’Inter cerca il goal del vantaggio con azioni però lente e prevedibili, i difensori giallorossi giocano bene in anticipo e lanciano le ripartenze del giovane francese Menez.
Ma le due squadre sembrano sentire la fatica degli impegni europei, e dopo la mezz’ora del secondo tempo sono poche le azioni pericolose da entrambe le parti.
In pieno recupero Milito, che è uno specialista del goal agli ultimi minuti (ben 11 reti dopo il 40’) trova il goal, ma la sua posizione è in netto fuorigioco, e l’arbitro Rocchi non convalida ben aiutato dal suo assistente.
Un pareggio che sa di sconfitta per l’Inter: Mourinho non è soddisfatto della prestazione della propria squadra, che ha dominato il campo ma in modo sterile, sempre lenta e poco fluida nel gioco.
Un pareggio che sa invece di vittoria per la Roma: i giallorossi erano dati per spacciati, dovevano fare la prestazione perfetta per cercare di uscire da San Siro senza fare una brutta figura. La super-prestazione non c’è stata e nonostante ciò la Roma è riuscita a portare a casa un punto buono non tanto per la classifica quanto per il morale e per la continuità di risultati richiesta da Ranieri.
Senza infortuni probabilmente la partita sarebbe andata diversamente, ma si sa, “la storia non si fa con i se e con i ma”, e neanche le partite di calcio.