Di seguito una raccolta di video di Francesco Totti, calciatore italiano.
Il primo filmato è una compilation con tutti i migliori gol segnati col cucchiaio da Francesco Totti.
La storia del cucchiaio di Totti
Il mito del cucchiao di Totti, ormai divenuto un marchio di fabbrica per il numero 10 della Roma, inizia durante la semifinale degli Europei del 2000 di Belgio e Olanda. La partita Italia-Olanda (29/06/2000) dopo i tempi regolamentari e i supplementari è ancora
ferma sullo 0-0 e si va quindi ai calci di rigore. Mentre i giocatori azzurri dell'Italia si trovano all'interno del cerchio di centrocampo si svolge questo simpatico siparietto tra Francesco Totti e l'ex compagno di squadra nella Roma, Gigi Di Biagio.
Di Biagio: "Francé, io c'ho 'na paura".
Totti: "Eh, a chi lo dici, ma quanto è grosso quello?"
Di Biagio: "Certo che così mi incoraggi!"
Totti: "Nun te preoccupà, mo je faccio er cucchiaio"
Maldini: "Ma che sei pazzo? È la semifinale degli europei!"
Totti: "Se, se, je faccio er cucchiaio!"
Fu così che Totti si presentò sul dischetto del rigore e segnò a Van der Saar con un pallonetto. Da qui cominciò la lunga serie di cucchiai di Francesco Totti.
Il secondo video è una raccolta dei 20 gol più belli segnati da Francesco Totti con la maglia della Roma.
Il terzo video è l'intervista di Christian Panucci a Totti per la trasmissione di Sky "I signori del calcio" andata in onda il 25 dicembre 2011 su Sky Sport HD.
Ecco l'incipit di presentazione del capitano giallorosso. "La sua biografia manca solo che finisca sui banchi della scuola dell'obbbligo. A Roma tutti sanno tutto di Francesco Totti, il capitano per chi ha incrollabile fede romanista, un avversario da rispettare oltre che da ammirare per quanti sono dall'altra parte. Quando è nato? Il 27 settembre del 1976 da papà Enzo e mamma Fiorella. Dove è cresciuto? A Porta Metronia. Quando ha esordito in prima squadra? Il 28 marzo 1993 a Brescia, allenatore della Roma: Boskov. Quel giorno nacque una stella per l'Italia, non per Roma. Il campione lo conoscevano già tutti gli addetti ai lavori che battono i campi della capitale. Un fenomeno. C'è stata sempre unanimità nel definirlo. La litania i ragazzini di Roma la mandano giù a memoria, come una volta si usava per le formazioni che facevano epoca. Con il turnover e le rose allargate l'esercizio si fa difficile e allora occorre selezionare e fermarsi alle presenze imprescindibili, come quella di Francesco Totti. Il fatto che ci sia chi, Luis Enrique per esempio, la pensi in un altro modo, non inficia questa certezza. I romani, dipendesse da loro, prima inserirebbero in squadra Totti, e poi gli altri. Anche Lippi, da CT della nazionale si è comportato così. Alla vigilia del mondiale tedesco ne attese il recupero come si attende il miracolo dal santo cui si è consacrata la propria devozione. Un rapporto speciale, ripagato da quel rigore contro l'Australia che Caressa non cessava mai di celebrare. Fu la svolta della Coppa del Mondo, la legittimazione internazionale di un talento italiano, che fino a quel momento aveva vissuto entro i confini troppo ristretti del calcio italiano. Un giardino piccolissimo per non essere di impaccio ai progetti di un grande campione. Eppure Francesco dopo quella escursione fantastica chiusa con la notte del trionfo al Circo Massimo ha preferito emulare un altro grande romano, Cincinnato. A Roma e alla Roma aveva già regalato uno scudetto, impresa che se non appartieni a Milan, Inter o Juventus è sempre più memorabile. Gli sono stati tributati più onori che a Maradona. Se fosse stato organizzato un referendum popolare i romani gli avrebbero dedicato un nuovo colosseo. Erano gli anni del gladiatore. Russell Crowe è stato spesso decapitato nell'iconografia per sostituire la sua testa con quella del nuovo gladiatore, il capitano che i leoni è sempre stato abituato a sbranarli in campo, metaforicamente. Difficilmente la storia di un club si intreccia così intensamente con quella di un idolo. È successo per Maldini, Del Piero, e con Totti. Ma qui è una città intera a sentirsi rappresentata da questo ragazzo che ha trasformato l'iniziale timidezza in una ironia da spettacolo. Sì, da spettacolo. Perché Totti fuori dal campo è diventato uno showman. La pubblicità ne ha fatto un divo. Con Ilary raccoglie l'eredità di un'altra coppia formata da un calciattore, Raimondo Vianello, regista della satira, e da una soubrette d'antico lignaggio, Sandra Mondaini. Da Casa Vianello a Casa Totti, questa volta senza che la noia minacci la vita coniugale, condivisa con i tifosi, dal matrimonio all'Ara Coeli, alla nascita di Cristian e Chanel, adottati come nuovi simboli della romanità che si riproduce. Un film popolare che attraversa vent'anni. Tutto documentato, anche i giorni della sofferenza e i prodigi laici dei suoi colpi a effetto, dei leggendari cucchiai, il modo più incosciente per calciare un rigore, il modo più naturale per dimostrare di essere unicamente Francesco Totti, signore di Roma e del calcio."
Il quarto video è invece uno degli episodi più brutti della carriera di Totti, il calcione a Mario Balotelli nella finale di Coppa Italia del 5 maggio 2010 (Roma-Inter 0-1) che gli cost&ogrtave; l'espulsione.
Nel quinto video si può invece ammirare Francesco Totti alle prese con le sue barzellette. Intervengono anche alcuni suo colleghi calciatori come Del Piero, Vieri, Buffon, Nesta, Cassano, Delvecchio.
Il seguente video è invece lo spot per Roma TV, il canale ufficiale della squadra giallorossa, girato il 2 agosto 2014 a Philadelphia (USA) che vede Francesco Totti nei panni di Rocky Balboa nella famosa corsa sulla scalinata.
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